UNITA' 1                                                                 All'origine della filosofia. Ionici e pitagorici

Il contesto delle idee

filosofia = amore per la sapienza

Nella cultura greca la riflessione filosofica si è sviluppata nei secoli VII-VI a.C.

Domanda centrale sull'origine di tutte le cose: cosmogonia cioè origine dell'universo 

Luoghi: le colonie greche della Ionia in Asia minore (Mileto, Efeso, Colofone, Samo) e successivamente ad Atene

Condizioni: colonie ricche per i traffici commerciali e l'artigianato, si respirava un'atmosfera di  libertà e di vivacità intellettuale. Formazione di una nuova classe di cittadini che richiedono uguaglianza di fronte alle leggi (isonomia) che rappresenta una prima forma di democrazia nel mondo antico.

Le scuole filosofiche: comunità di uomini uniti dal vincolo della ricerca filosofica che conducevano una vita in comune, più spesso laiche (ma anche religiose, p.es. i pitagorici). Prima nelle colonie greche della Ionia, poi nella magna Grecia, quindi ad Atene.

  • gli ionici a Mileto (Asia Minore): Talete, Anassimandro, Anassimene
  • i pitagorici Crotone: Pitagora e i suoi allievi (Italia meridionale)
  • gli eraclitei a Efeso (Asia Minore): Eraclito e i suoi discepoli
  • gli eleati a Elea (Campania): Parmenide e la sua scuola
  • i fisici pluralisti: Empedocle di Agrigento (Sicilia), Anassagora di Clazomene (Asia Minore), Democrito di Abdera (Tracia)
Socrate, Platone Aristotele e i loro discepoli ad Atene (Grecia)  rappresentano il pensiero più maturo della filosofia greca classica. Quindi in questo volume verranno trattati principalmente questi tre grandi filosofi e i presocratici verranno trattati sinteticamente.

I CONCETTI E LE DOMANDE

La quasi totalità delle opere dei presocratici è andata perduta e ci si deve confrontare soprattutto con l'interpretazione del loro pensiero che ne ha dato Aristotele.

1 Gli ionici e il problema dell'archè (principio originario, causa prima, unitaria e immutabile da cui derivano tutte le cose)

Talete: l'acqua come principio originario
Partendo dall'osservazione che ogni cosa vivente è intrisa di acqua (il neonato nasce "rompendo le acque" in cui si è sviluppato durante la gravidanza), Talete immagina che l'universo sia originato dal grande oceano da cui si è sviluppata la vita, la terra e i corpi celesti. Talete, famoso sapiente, si occupò di astrologia, meteorologia, geometria e politica
(2 aneddoti: aneddoto dei frantoi di Talete e servetta trace, su Wikipedia)
Talete si discosta dalle concezioni mitiche o religiose sull'origine dell'universo degli altri popoli mediterranei in quanto utilizza solo argomenti razionali.

Anassimandro (naturalista, geografo, politico oltre che filosofo. Discepolo e amico di Talete): l'àpeiron come fondamento del reale
àpeiron= sostanza primordiale, principio indeterminato che significa "senza confini" da cui originerebbe l'universo. Abbandona l'idea di un elemento originario specifico, dimostrando una capacità di astrazione (novità per la sua epoca). Teoria su come le cose derivino dalla sostanza primordiale: processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria (dike=giustizia) attraverso un movimento rotatorio. La separazione produce la vita ma è anche fonte di infelicità (nostalgia per "il tutto originario"). "tutti gli esseri viventi devono, secondo l'ordine del tempo, pagare gli uni agli altri il fio della propria ingiustizia" è l'unico frammento, di dubbia interpretazione, giunto fino a noi.

Anassimene (naturalista e filosofo): l'aria come principio delle cose
come per l'uomo il respiro, l'aria per l'universo è il principi primo da cui con un movimento incessante di condensazione e rarefazione si producono tutte le cose: vento fuoco acqua terra. L'universo così creato è destinato a dissolversi nel principio originario e quindi a rigenerarsi in un ciclo eterno.

2 i pitagorici e la concezione matematica della natura - il numero come archè

Mileto fu distrutta e le città della Ionia sconfitte nel 499 a.C.. Il centro della vita culturale della Grecia si spostò nella Magna Grecia. Pitagora da Samo si stabilì a Crotone fondando una nuova scuola filosofica, la Fratellanza Pitagorica, associazione aristocratica, di tipo politico-religioso con caratteristiche da setta religiosa (regole ascetiche, comunione dei beni) ma con aspetti di modernità eccezionale per il tempo (partecipazione delle donne alle attività di studio). Di Pitagora, venerato come un dio dai suoi discepoli, si tramanda che fosse discendente di Apollo, in grado di fare profezie e miracoli, di comunicare con le anime dell'aldilà e di ricordare le vite precedenti.
2 argomenti fondamentali:
  • la dottrina dell'anima
  • la dottrina del numero
LA DOTTRINA DELL'ANIMA
Viene ripresa dall'orfismo, movimento religioso misterico ispirato al mito di Orfeo, poeta e cantore, sceso agli inferi per riportare (invano) fra i vivi la moglie Euridice. Contempla la reincarnazione dell'anima in corpi (anche animali) fino all'espiazione delle proprie colpe. I riti di purificazione (pratiche ascetiche, l'esercizio della filosofia con la contemplazione dell'ordine dell'universo espresso dalla legge dei numeri) consentirebbero di ridurre il ciclo di reincarnazione e il raggiungimento degli dei dell'olimpo.

LA DOTTRINA DEL NUMERO
Il primo significato di kòsmos in greco è ordine il secondo è ornamento, il terzo è universo. I pitagorici hanno individuato nella legge del numero il governo del moto regolare e ordinato degli astri. Inoltre hanno analizzato la corrispondenza fra la lunghezza delle corde degli strumenti e il tono dei suoni prodotti dalla vibrazione e osservato che gli intervalli fra le note che compongono i diversi accordi corrispondono a rapporti numerici precisi. 

I pitagorici fondano la matematica come scienza autonoma e la "dimostrazione" come metodo insostituibile del ragionamento scientifico.


Il numero come principio costitutivo della realtà
Aritmetica e fisica non sono separate: il punto ha un'estensione spaziale. Numeri e figure geometriche corrispondono (v. modello di Filolao (punto1, linea2, superficie3,solido4).

concezione dualistica del cosmo:
  • dispari, entità limitata (perfezione, bene, forma)
  • pari, entità illimitata (imperfezione, disordine, caos, materia)
il conflitto fra pari e dispari è apparente perchè la natura profonda delle cose tende all'armonia e alla conciliazione
Numeri come simboli delle virtù sociali: 1 (parimpari)=intelligenza; 2=opinione mutevole e incerta; 4(quadrato del 2)=giustizia
Il numero dieci è perfetto (v. fig. della sacra tetractys a pag. 22)
v. mappa concettuale a pag. 23

UNITA' 2 Mutamento e stabilità - Eraclito e Parmenide


Eraclito e l'esperienza del divenire. Il fuoco come archè
Dal fuoco mutevole e distruttore hanno origine per condensazione l'acqua e la terra e tutto il resto
Il flusso universale: Tutto (società e natura) è in movimento. Pànta rèi=tutto scorre. (Non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume: l'acqua scorre sempre e cambia e l'"io" che si bagna è anche in continuo cambiamento).
Il lògos e la legge dei contrari: il lògos (parola, ragione) è il principio intelligente che permette l'ordine e l'armonia dell'universo (kòsmos) ottenuti attraverso il conflitto (pòlemos) e la complementarietà dei contrari (bene-male, giorno-notte, caldo-freddo, sazietà-fame)
Eraclito distingue "i dormienti" (il popolo ignorante che vede solo i contrasti) da "gli svegli" (i filosofi i saggi che colgono l'ordine razionale oltre i contrari)

Parmenide

Si contrappone ad Eraclito ( il pensiero dell'essere di Parmenide contrapposto all'esperienza del divenire di Eraclito). Tuttavia i due filosofi presentano aspetti comuni: una concezione aristocratica della filosofia (il sapere filosofico riservato a pochi eletti, mentre la moltitudine si affida a una conoscenza sensibile fonte di errore) che riflette un'opposizione alle classi emergenti del commercio e dell'artigianato.
Parmenide: tema dell'opposizione tra essere e nulla - dimostrazioni logiche rigorose                            Nel suo poema in versi "Sulla natura" immagina di ricevere da una dea la rivelazione sulla verità, da comunicare al mondo. L'essere è, e non può non essere (che non esistendo non può neanche essere pensato). Fonda così l'ontologia, cioè la scienza dell'essere in quanto essere.
  1. l'essere è ingenerato e imperituro
  2. l'essere è eterno
  3. l'essere è immutabile e immobile
  4. l'essere è finito (secondo i greci l'infinito è incompiuto e quindi imperfetto)
Inoltre Parmenide pone le basi della logica (che svilupperà Aristotele):
  1. il principio di identità: A=A
  2. il principio di non contraddizione: l'essere è e dunque non può non essere
  3. il principio del terzo escluso: ogni cosa è o non è una terza posizione non è data
Concepisce l'essere come una sfera immutabile (verità accessibile solo a lui e ai suoi discepoli) contrapposto ad un universo mutevole che appare ai sensi degli uomini comuni e che è ingannevole.

In età avanzata si trasferisce da Elea (Salerno) ad Atene col discepolo Zenone (metà del V sec.)
 
Zenone
impegnato a dimostrare che chiunque si fosse discostato dall'insegnamento del maestro (Parmenide) sarebbe caduto in contraddizioni logiche. Esercizio di confutazione delle tedi degli avversari. Aristotele definì "dialettico" questo procedimento logico.
con la dialettica confuta:
  1. la pluralità dell'essere (i pitagorici)
  2. il movimento (gli eraclitei)
Sul movimento: paradosso (ragionamento contrario all'opinione comune) di Achille dal piede veloce.
Mappa concettuale pag. 43 Verifica pag. 48

UNITA' 3 Alle origini della scienza. I fisici pluralisti e Ippocrate 

(pluralisti: ammettono a fondamento dell'universo una pluralità di principi materiali)

SCIENZA (dal latino scire=sapere): sistema di conoscenze acquisite con metodo rigoroso per una descrizione il più possibile oggettiva dei fenomeni naturali e delle leggi che li governano
TECNICA (dal greco tèchne=arte): conoscenza pratica delle cose che comporta la capacità dell'uomo di asservire la natura ai suoi bisogni

I greci del V sec. a.C. elaborarono per primi le linee di un metodo rigoroso per la comprensione dei fenomeni naturali che rappresentano l'inizio della tradizione scientifica occidentale

Esperienza e ragionamento: alle radici del metodo scientifico 
I filosofi del V sec. provano a conciliare due aspetti considerati separatamente dai loro predecessori (v. opposte visioni di Eraclito e Parmenide):
  1.  l'esigenza di salvaguardare la varietà, diversità e molteplicità dei fenomeni della natura
  2. il desiderio di elaborare un quadro organico e unitario del mondo, coerente con il principio razionale dell'immutabilità ed eternità dell'essere.
Empedocle, Anassagora e Democrito ipotizzano all'origine della mutevole realtà dell'universo, una molteplicità di elementi aventi le caratteristiche dell'essere parmenideo, cioè identità, immutabilità ed eternità. Contemporaneamente la scienza medica di Ippocrate di Cos pone le basi del metodo scientifico che si affermerà nella cultura occidentale.

Empedocle

Poeta, medico, taumaturgo, mago di Agrigento.
Nel poema "Sulla natura" descrive lo sfero, stato indifferenziato originario in cui sono mescolati i 4 elementi primordiali (le 4 radici): fuoco, acqua, terra e aria
Ciascuno di essi può essere suddiviso in parti più piccole mantenendo la stessa qualità dell'intero (p.es. una brocca e una goccia d'acqua).
Due forze cosmiche, amore e odio (o armonia e contesa) presiedono, secondo Empedocle all'unione e alla separazione dei principi originari (p.es. la nascita e la morte sono da attribuire alla mescolanza o alla separazione di principi originari che rimangono qualitativamente inalterabili e intrasformabili).
Nel cosmo si avvicendano costantemente la disgregazione (dominata dalla contesa) e la riaggregazione (presieduta da amore). L'esistenza rappresenta un momento intermedio: né amore né contesa bensì la tensione fra due estremi.
La teoria della conoscenza e la concezione del male
L'uomo ha in sé  i 4 elementi primordiali e le due forze (amore e odio) che costituiscono la realtà e per questo il filosofo può aspirare a conoscere la realtà (i nostri organi sensoriali riconoscono gli effluvi che emanano dalle cose - il simile riconosce il simile).
Ci sarebbe un delitto originario che ha contaminato l'umanità che ha determinato l'irruzione della contesa sulla scena del mondo (che gli uomini chiamano "il male"). Empedocle vede l'universo come un unico grande organismo vivente, di cui tutti gli esseri sono partecipi. Considera "empio" e segno di contesa il sacrificio votivo di animali agli dei. Prima, quando regnava la concordia, venivano offerti incenso, miele e mirra.
La finalità pratica del sapere di Empedocle
Nelle "Purificazioni" Empedocle si presenta ai concittadini come un dio immortale, medico e taumaturgo che li libererà dagli affanni e dal dolore, portandoli alla consapevolezza che la morte non esiste, perché l'essere non si distrugge, ma torna a unificarsi con il tutto dal quale deriva (non vi è nascita di nessuna delle cose mortali, né fine alcuna di morte funesta, ma solo c'è mescolanza e separazione di cose mescolate).

Anassagora
(Il primo "scienziato")
Nato a Clazomene, visse ad Atene. Tratta i fenomeni non come frutto di misteriose forze divine ma come effetti di cause naturali (fu esiliato per empietà perchè riteneva che il sole fosse una massa infuocata piuttosto che un dio). Sostiene inoltre che la luna appare più grande del sole solo perchè è più vicina e che i corpi celesti sono della stessa natura della terra (intuizioni molto avanzate per il suo tempo).
La teoria dei semi
Ritiene che la materia sia costituita di particelle infinitamente divisibili di differente qualità (p.es. oro, carne, ossa ecc.) presenti in ogni cosa (p.es. il ferro è costituito da semi di ferro, ma anche da altri semi in varie proporzioni). All'inizio "tutto era uno", poi, con un processo di differenziazione e di separazione si formano organismi differenti per caratteristiche e funzioni.
Il noùs come principio ordinatore
Il noùs (intelligenza)  è una forza, distinta dai semi originari, che determina il movimento che è causa della separazione e composizione dei semi secondo un ordine razionale. Il suo significato è incerto ma non pare che si possa considerare una divinità, dato lo spirito naturalistico dei fisici pluralisti.
Secondo Anassagora si tratta di un'energia che impone al caos originario un movimento vorticoso che produce la separazione degli opposti (caldo-freddo, luce-oscurità ecc.) e ha fatto staccare dalla terra masse incandescenti che formano gli astri del cielo, mentre dai semi che provengono dall'aria si formano uomini e animali. Anassagora era consapevole della complessità del problema della struttura della materia (che non poteva essere affrontato con la sola esperienza sensibile ma necessitava di un'integrazione da parte della ragione).
Il primo modello del sapere scientifico
La mano e l'intelletto: Anassagora ritiene l'uomo più intelligente degli animali perchè produce con le mani strumenti tecnici sempre più elaborati che gli permettono di agire sulla natura evolvendo la civiltà.
Modello di sapere scientifico (alla base della tradizione e della razionalità tecnico-scientifica dell'occidente) così riassumibile:
  1. il processo conoscitivo inizia dall'esperienza concreta, grazie al cervello che ci permette di elaborare le sensazioni percepite dall'udito, dalla vista, dall'odorato e dal tatto
  2. interviene poi la memoria che rende stabili nel tempo queste sensazioni 
  3. L'intelligenza quindi interpreta i dati e formula le ipotesi, elaborando un sistema di pensiero stabile e necessario: la scienza (epistème)
  4. infine, grazie al sapere pratico e operativo (tèchne) le cose diventano oggetti della nostra manipolazione e trasformazione (il martello piega i metalli, la ruota rende più veloce il movimento ecc.)
Democrito

La teoria degli atomi
Elabora una teoria materialistica dell'universo in cui mutamento e permanenza sono tenuti insieme e conciliati.
Atomi: elementi originari dell'universo, particelle indivisibili identici fra loro dal punto di vista qualitativo, ma quantitativamente diversi (per forma, dimensione, posizione). Aggregandosi e disgregandosi determinano nascita e morte di tutte le cose e dalla posizione e dall'ordine che assumono deriva la mutevolezza dei fenomeni osservabili.
Gli atomi sono: semplici, indivisibili, ingenerati ed eterni, uniformi, immutabili. In questo modo Democrito concilia l'elemento immutabile (v. Parmenide) cioè l'atomo, con la molteplicità e il divenire (v. Eraclito).
Vuoto e movimento
Democrito ipotizza oltre all'essere (l'atomo), il non essere (il vuoto), che è il nulla assoluto in cui gli atomi si muovono scontrandosi e incontrandosi. La sua concezione del mondo è:
  1. meccanicistica: tutti i fenomeni vengono spiegati con processi fisici
  2. deterministica: tutto ciò che avviene nell'universo è determinato da una causa necessaria
  3. materialistica: non ammette altra realtà se non la materia
  4. atea: esclude ogni ipotesi di Dio
Democrito ammette una pluralità infinita di mondi, dal momento che gli atomi sono infiniti, e infinita è la loro possibilità di combinazione.
Conoscenza e metodo
Tre momenti nel metodo scientifico:
  1. la conoscenza sensibile (come le cose appaiono ai sensi)
  2. l'elaborazione intellettuale dei dati dell'esperienza
  3. la formulazione di una legge (che spiega i fenomeni in modo razionale)
Conoscenza oscura (si ferma alla conoscenza sensibile) e conoscenza genuina (l'intelletto permette di accedere alla realtà)
Secondo Democrito, che confuta la tesi di Zenone della divisibilità infinita della materia, devono esistere degli atomi (letteralmente indivisibile), altrimenti si arriverebbe al non essere, dal quale non potrebbe nascere l'essere.
La storia naturale dell'uomo e l'etica
  1. L'uomo nasce dall'acqua (da cui origina la vita sulla terra). viveva inizialmente come un animale, poi ha appreso le tecniche dagli animali: dal ragno la tessitura, dalle rondini i ripari, dagli uccelli il canto. Il linguaggio invece è una convenzione attuata dagli uomini per comunicare. L'esperienza e la pratica, illuminate dalla ragione sono le grandi maestre degli uomini.
  2. il bene più alto è la felicità, che si ottiene con la ragione nel raggiungimento della serenità spirituale. Dove manca la ragione si è in balia di turbamenti, passioni, paure e insoddisfazioni.
Mappa concettuale pag. 65

Ippocrate e la medicina scientifica


La medicina come modello della scienza
Nella pratica medica "la mano e l'intelletto" (v. Anassagora) trovano un'integrazione: l'osservazione e la conoscenza, unite a un intervento concreto producono un risultato: la cura.
Una visione unitaria dell'organismo da curare
La scuola ippocratica prende in considerazione la totalità dell'organismo del paziente, l'ambiente in cui vive, la collaborazione fra medico e malato nella cura, giovare e non essere di danno.
Distingue:
  • l'anamnesi (ricostruzione della storia clinica del malato)
  • la semeiotica (i segni clinici, dal greco dal greco semèion=segnale)
  • la diagnosi (la conoscenza della malattia)
  • la prognosi (previsione dell'evoluzione della malattia)
Inoltre viene teorizzato un approccio di tipo probabilistico alla medicina: "perciò il compito è di acquisire una scienza così esatta che permetta di sbagliare poco qua e là: e io molto loderei quel medico che poco sbagliasse; ma la certezza è raramente dato vedere".
Questa scuola si situa nel V sec. a.C. nel periodo di massimo splendore e sviluppo culturale della Grecia antica.

mappa concettuale a pag. 73

                                                      NATURA E COSMO

Natura, in greco physis (da phyo=io nasco): insieme di esseri animati e inanimati soggetti al divenire. I primi filosofi vi comprendono il principio originario che determina nella realtà nascita e morte, eventi atmosferici, movimenti degli astri.
Cosmo (greco kòsmos=ordine): universo armonico di cui l'uomo è parte integrante.

                                               L'origine della materia
Secondo le teorie attuali tempo, spazio e materia originano 14 miliardi di anni fa con il Big Bang, ed è attualmente ancora in espansione.
Big Bang: moderna cosmogonia scientifica che richiama alcune intuizioni dei filosofi presocratici (il cosmo non come creazione divina, ma come un tutto ordinato secondo principi razionali).
L'esercizio del pensiero razionale sul problema dell'origine del cosmo:
rispetto ai miti cosmogonici degli antichi la domanda filosofica dei presocratici va nella direzione del pensiero scientifico.
L'impostazione razionalistica alla base della scienza:
Ipotesi complesse come quella del Big Bang nascono da questa concezione scientifica della realtà che ha origine con il lògos (non solo "parola" ma anche "causa" o "ragione").

                                      Una questione aperta: la natura e il cosmo

                                                 PROSPETTIVE SUL PRESENTE
Negli antichi prevaleva un interesse principalmente contemplativo e teoretico, mentre oggi predomina un punto di vista pragmatico (volontà di piegare le forze della natura alle esigenze umane) con il rischio di perdere quella visione d'insieme che mostra l'uomo come elemento di un tutto coerente e ordinato.
Attualmente il potere della tecnologia rischia di compromettere i delicati equilibri dell'universo naturale.

UNITA' 4 - Il valore della parola e del dialogo. I sofisti e Socrate

Lessico:
  • democrazia: dal greco dèmos + kràtos = governo del popolo
  • sofista: (dal greco sophistès=sapiente) filosofo della sofistica presocratica (attualmente: ragionatore cavilloso)
  • relativismo: atteggiamento del pensiero che consideri la conoscenza come incapace di attingere una realtà oggettiva e assoluta (v. Protagora)
  •  retorica: (dal greco rhetorikè tèchne)l'eloquenza come disciplina del parlare e dello scrivere (oggi spesso: atteggiamento verbale o scritto di dimostrazione artificiosa e vistosa)
  • eristica: arte di argomentare con ragionamenti sottili prescindendo da verità/falsità
  • ironia socratica: il procedere speculativo di S. che, dichiarandosi ignorante, chiede lumi all'altrui sapienza, per mostrare come questa si riveli si riveli in effetti inferiore al suo "sapere di non sapere"
  • intellettualismo etico: Socrate sostiene che unica causa possibile del male sia l'ignoranza del bene
 
Il contesto delle idee: una nuova prospettiva filosofica

Nell'Atene democratica del V secolo (partecipazione attiva del popolo alla vita politica) la riflessione filosofica si sposta dal tema naturalistico e cosmologico (dagli ionici a Democrito) all'uomo, alla vita sociale alla politica e alla morale (i sofisti e Socrate).

La democrazia: una forma di governo che valorizza l'individuo

A differenza delle nostre democrazie rappresentative, quella greca del V sec a.C. era una democrazia diretta (peraltro incompleta, escludendo donne, meteci -stranieri- e schiavi) che presupponeva una cultura del dialogo e del confronto.

Democrazia e filosofia

Nell'Atene democratica di Pericle il popolo poteva esprimersi liberamente nell'assemblea cittadina, ma le cariche di governo erano riservate alle persone più preparate e abili. La filosofia (capacità critica e rigore logico) diventa una disciplina fondamentale nella formazione dei cittadini.

I sofisti: quale sapere è utile per l'uomo?

Operano una rivoluzione umanistica nell'ambito della riflessione filosofica, indagando i temi del linguaggio, della politica, delle leggi, dell'educazione.
Considerati i primi insegnanti a pagamento della storia (a differenza di medici, poeti, ecc., i filosofi prima non si facevano pagare per la loro arte).
Duramente criticati da Platone e da Aristotele il termine "sofista" ha assunto una connotazione negativa.
Distinguiamo i primi sofisti (Protagora, Gorgia e in seguito Prodico, Ippia e Antifonte) dai rappresentanti minori dell'ultima fase (gli "eristi") che ne rappresentano la decadenza.

Il progetto educativo dei sofisti

Nell'Atene del V sec. esaltano la libertà di spirito e l'attitudine a utilizzare in modo spregiudicato la ragione in tutti gli ambiti ponendo come fine il sapere, unico fondamento della virtù e contrapponendosi alla cultura aristocratica (virtù guerriera, aderenza alla tradizione). Formazione dei giovani all'arte della politica fornendo un sapere pratico e operativo.

Protagora

Il più importante dei sofisti. Il suo pensiero ci è tramandato da Platone che lo ha aspramente criticato.
Frase celebre: "l'uomo è misura (il metro) di tutte le cose: delle cose che sono in quanto sono, delle cose che non sono in quanto non sono". Non esiste una verità assoluta, ma tutte le conoscenze sono riconducibili al contesto umano in cui si sono formate (visione relativistica).
In mancanza di valori assoluti P. sceglie come criterio di giudizio l'utile (inteso come bene del singolo e della comunità) La parola è lo strumento fondamentale per raggiungere il consenso.
Per perseguire l'utilità comune usa la retorica, cioè l'arte di persuadere l'uditorio mediante un linguaggio chiaro, semplice e convincente. Il suo metodo detto "antilogia" (antì=contro e lògos=discorso) presuppone che su ogni cosa sia possibile addurre argomenti a favore e contrari.
La politica come "tecnica di tutte le tecniche" Nel dialogo di Platone intitolato Protagora, P. rifacendosi al mito di Prometeo sostiene che l'uomo è progredito nella civiltà grazie alle tecniche che hanno bisogno per essere applicate della "tecnica di tutte le tecniche", cioè la politica, che è posseduta da tutti gli uomini, ma che può essere perfezionata tramite l'educazione. Questo è in contrasto con l'idea elitaria dei presocratici e in armonia con la democrazia ateniese dell'età di Pericle.

Gorgia

La frattura fra il linguaggio e le cose
Se un'azione può apparire malvagia agli occhi degli uni e buona a quelli degli altri, vuol dire che si può costruire più di un discorso sulla medesima azione: scissione tra realtà e linguaggio (non identificazione del linguaggio con l'essere come per Parmenide).
"La parola è una potente signora, che pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile, compie le opere più divine". Secondo Gorgia:
  • l'essere non esiste perchè la sua esistenza comporterebbe contraddizioni logiche (p. es. le tesi opposte dei filosofi naturalisti)
  • se esistesse non potremmo conoscerlo, perchè il pensiero non rispecchia la realtà (p.es. possiamo pensare cose inesistenti)
  • se fosse conosciuto non potrebbe essere comunicato attraverso le parole, che hanno una natura diversa rispetto alle cose
Una visione tragica dell'esistenza
Per Gorgia l'esistenza è irrazionale e misteriosa e gli uomini non sono liberi nè responsabili, come dimostra nell'"Encomio di Elena":
Elena che segue Paride scatenando la guerra di Troia può aver agito per 4 possibili motivi:
  1. per decreto degli dei o della necessità
  2. sotto la pressione della violenza fisica
  3. perchè persuasa dalle parole di Paride
  4. perchè vinta dalla passione amorosa
In tutti i casi non è responsabile perchè un condizionamento la priva del libero arbitrio.

Gli sviluppi della sofistica

Prodico si interessa dell'etimologia delle parole (étymon=vero - studio del significato originario dei termini). Ritiene che ci sia un accordo dei popoli sui nomi da attribuire alle cose, considerando il mondo umano come frutto della cultura e del processo simbolico con cui l'uomo attribuisce significato alle cose.

Ippia, Antifonte e Trasimaco: il tema delle leggi
Ippia e Antifonte ritengono che ci sia una legge naturale secondo cui gli uomini sono tutti uguali, mentre le leggi "positive" (poste dagli uomini) mettono in atto discriminazione e ineguaglianza.
Trasimaco in modo ancor più radicale sostiene che le leggi sono strumenti che i gruppi più forti usano per garantire i propri interessi a scapito dei più deboli.
Dalla retorica all'eristica: nel IV secolo gli eredi dei sofisti passano dalla retorica all'eristica (arte di battagliare con le parole per vincere), confutando le tesi dell'interlocutore  senza preoccuparsi degli aspetti morali (verità, falsità, giustizia), impoverendo il pensiero filosofico dei loro predecessori.

2 Socrate e la cultura del dialogo

Condivide con i sofisti l'interesse per l'uomo e la parola, ma va oltre, concentrandosi sui valori dell'interiorità e la ricerca della verità
Non scrisse nulla: dialogava, rifiutando la mediazione della scrittura. Il suo sapere ci deriva da Platone, suo allievo, che nei "Dialoghi" espone in modo attendibile le idee del maestro.
I "Discorsi socratici" sono una raccolta di scritti di suoi allievi (Eschine, Antistene, Senofonte) che trattano di lui e del suo pensiero. Nella metafisica di Aristotele (vissuto peraltro anni dopo) ci sono riferimenti a Socrate. Diviene bersaglio della commedia satirica di Aristofane, "Le nuvole".
Socrate viene descritto come fisicamente non bello (basso e di corporatura tozza), coraggioso e valoroso in guerra, dedica la sua vita all'educazione dei giovani e alla riflessione.

Il processo e la condanna di Socrate. (anno 399a.C.)

Dopo il governo illuminato di Pericle Atene subì la dittatura dei Trenta tiranni e fu processato dopo la restaurazione della democrazia: si ritiene che la democrazia fragile giudicasse minacciose le istanze critiche di un personaggio popolare come lui. Fu accusato di aver sostenuto Crizia, uno dei Trenta tiranni, di non onorare gli dei della sua città, di aver introdotto altre divinità e di aver corrotto i giovani.

La morte come emblema di coerenza spirituale

Probabilmente se avesse scelto spontaneamente l'esilio la sentenza di morte non sarebbe stata emessa. Nell'attesa dell'esecuzione conversava con gli amici e si rifiutò di evadere come consigliatogli dal suo allievo Critone. La sua morte simboleggia il rigore morale e il perfezionamento interiore della vita di Socrate.

Una vita dedicata alla ricerca

Inizia intervistando i più grandi sapienti dell'epoca, dopo che l'oracolo di Delfi lo ha indicato come l'uomo più saggio. Socrate ne deduce che è il più saggio perchè sa di non sapere (mentre gli altri c.d. saggi non hanno questa consapevolezza e spesso si vantano di sapere ogni cosa).

La necessità di definire i termini

Poneva alla base dei suoi dialoghi il dubbio e il chiedersi il perchè delle cose. Inoltre, contro il relativismo sofistico, perseguiva una definizione soddisfacente dell'argomento trattato e un accordo linguistico e concettuale fra gli interlocutori.

Il metodo socratico

  • il momento critico e "negativo": l'ironia
  • il momento costruttivo e "positivo": la maieutica 



Unità 5     Platone

Il CONTESTO delle IDEE

La delusione politica come stimolo alla ricerca filosofica

Platone (Atene 427 - 347 a.C.) uno dei massimi pensatori di tutti i tempi vive in un'epoca segnata dalla decadenza etico-politica di Atene (governo dei 30 tiranni dopo la sconfitta nella guerra del Peloponneso), e viene influenzato dalla ingiusta condanna a morte di Socrate, suo maestro, (avvenuta dopo la restaurazione della democrazia) per promuovere una riflessione filosofica in grado di orientare la società verso il bene.

La crisi dell'epoca e la critica al relativismo sofistico

La crisi sociale del suo tempo è dovuta, per lui, alla scissione fra politica e saggezza. Si oppone alle tendenze relativistiche diffuse dai sofisti e persegue la ricerca di valori e principi universali stabili e immutabili per un'azione finalizzata al benessere collettivo

La fondazione dell'Accademia

Nel 387 a.C. fonda poco fuori Atene, in un parco destinato alle Muse, l'Accademia che diventerà la più importante istituzione culturale e di ricerca filosofica, scientifica e religiosa di tutta la Grecia e durerà oltre 900 anni. Scopo principale dell'istituzione è di formare eticamente e politicamente i giovani in un periodo caratterizzato dalla crisi della democrazia e delle virtù civiche.                                                                                                                                                                                                                                Le nuove forme della comunicazione filosofica: il dialogo                                                                                                                                                                                                                                              Sul modello di Socrate (che non ha lasciato peraltro nulla di scritto) la maggior parte delle sue opere sono in forma dialogica. Secondo Platone solo attraverso un 'interrogazione onesta e rigorosa si può acquisire la scienza, la quale, nella misura in cui è utile, contribuisce alla felicità degli uomini.

  • le prospettive del dialogo vengono esaminate alla luce della ragione filosofica (quasi sempre impersonata da Socrate)
  • gli interlocutori dei dialoghi sono, in genere, poche persone ben identificate (a differenza di quanto accade con i sofisti)
  • la finalità dei dialoghi è la ricerca della verità, perseguita con rigore e con metodo razionale (a differenza dei sofisti)
  • la procedura espositiva  privilegia in genere discorsi brevi con domande e risposte rapide e stringenti (a differenza dei sofisti)

Il ruolo del mito

Il mito, che Platone utilizza nelle sue opere (riprendendolo dalla tradizione o inventandolo), ha due funzioni:
  • comunicare in modo più accessibile e intuitivo concetti difficili (funzione didattica)
  • alludere a realtà che vanno oltre la ragione e che pertanto non sono dimostrabili con un metodo filosofico rigoroso (p. es. temi metafisici come l'immortalità dell'anima o l'origine dell'universo)
I CONCETTI E LE DOMANDE v. testo pag. 131

1 La teoria delle idee

Concezione platonica dell'essere:
  1. mondo sensibile, visibile e mutevole
  2. mondo intelligibile, invisibile e stabile che coincide con il mondo delle idee, entità immutabili ed eterne che costituiscono il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette

La ricerca di un criterio di verità solido e incontrovertibile.

Platone parte dalla ricerca socratica sulla conoscenza del bene e va oltre chiedendosi cosa sia il bene, quali siano i valori assoluti a cui si debba ispirare il sapiente e in che modo si possa giungere a conoscerli. In primo luogo riconosce che i sensi non consentono di pervenire ad un'idea unica e oggettiva del bene.

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