1. Il rinnovato interesse per la natura: Telesio e Campanella
Telesio: il nuovo sguardo sulla natura
Bernardino Telesio (1509-1588) in “La natura secondo i
propri principi”
si stacca dalla visione metafisica (teologica, magica) medievale affermando che
l’uomo non deve imporre schemi a priori alla natura, ma deve scoprire leggi che
ne regolano la vita. Dio, dopo aver stabilito con il suo atto creatore la
qualità di ogni cosa, non deve più intervenire nell’universo.
Critica l’aristotelismo e la scolastica medievale che hanno ricavato i caratteri della
natura per via razionale e deduttiva invece di attenersi all’osservazione della
natura stessa. Il suo naturalismo è di carattere sensistico: l’uomo non
conosce attraverso la ragione, ma attraverso la sensazione (pur procedendo
verso la scienza moderna, sottovaluta la ragione). L’uomo non è in grado di
comprendere il disegno sotteso alla creazione divina, ma solo di contemplarne
la bellezza (evita anche in questo modo di essere accusato di eresia).
Campanella e l’esaltazione della scienza e della tecnica
Tommaso Campanella (1568-1639), domenicano viene sospettato di
eresia per le sue dottrine naturalistiche e sensistiche. Sostiene l’esperienza
sensibile come base della conoscenza (rigetta la cultura libresca). Nella sua
opera più nota (utopistica) “La città del sole” immagina un luogo
in cui la famiglia è abolita, la proprietà privata e la schiavitù sono aborrite,
il lavoro è considerato un grande valore. Come per Telesio il
legame tra scienza e magia è ancora molto stretto.
Scrive “La città del sole” nel carcere di Napoli dove
è detenuto per aver congiurato contro il governo spagnolo. In quest’opera
sostiene che uomini e donne devono imparare a combattere, gli anziani
istruiscono i bambini dai 3 ai 7 anni e li indirizzano verso il futuro
individuandone le inclinazioni. Dopo i sette anni studiano matematica, medicina
e altre scienze e in seguito i migliori diventano professori. Esalta però anche
il lavoro manuale di cui evidenzia le virtù formative. Chi governa (il Sole)
deve essere maturo, saggio, erudito, abile artista e filosofo (ricorda La
Repubblica di Platone.
2. La filosofia della natura di Giordano
Bruno
(caratteri e limiti dell’universo)
La visione del cosmo
Afferma (in accordo col
neoplatonismo e contro l’aristotelismo) che l’universo è uno spazio infinito
costituito da infiniti mondi e causato da una mente sopra di tutto (Dio). Dio,
però, è anche la mente insita in tutte le cose e quindi coincide
con la natura in una visione panteista (panteismo=tutto è dio). Forma e
materia non sono sostanze separate ma aspetti dell’unica sostanza universale e
infinita.
La dissoluzione della cosmologia aristotelica
Confuta la visione
geocentrica aristotelica (la terra al centro e l’universo limitato dal cielo delle stelle fisse)
sostituendola con un universo infinito in cui tutto è centro e
periferia al tempo stesso. Sono tesi rivoluzionarie per l’epoca, che mettono
a repentaglio l’intera visione del mondo accettata dalla Chiesa ed ereditata da
Aristotele.
L’esaltazione della tecnica e dello spirito di iniziativa
dell’uomo
Bruno esalta la moderna
civiltà europea intessuta di scienza, tecnica, libertà e capacità
imprenditoriale in opposizione alla visione medievale contemplativa e
trascendente. L’uomo si differenzia dagli altri animali per le mani e
l’intelletto (capacità pratica e intellettiva). Il riconoscimento del valore
del lavoro manuale (connesso con lo sviluppo delle arti e
dell’industria) rappresenta una novità rispetto al primo Umanesimo.
Il desiderio di conoscenza e l’unione con la natura
Nell’opera Degli
eroici furori (il riferimento è il tema platonico dell’éros)
Bruno tratta dell’ardente desiderio di conoscenza (eroico furore) per
cui l’uomo si sottrae ai desideri bassi e volgari e giunge ad identificarsi
con il processo cosmico (la natura come vertice della conoscenza e
dell’amore umano).
LABORATORIO DEI TESTI – GIORDANO BRUNO
T1 – L’infinità dell’universo
“De l’infinito
universo e mondi”
Bruno afferma che
l’Universo è infinito poiché è creato da Dio che è infinito
T2 – La capacità pratica e intellettiva
“Lo spaccio della
bestia trionfante”
Secondo Bruno è solo grazie alle mani
e all’ingegno che l’uomo può affermare il proprio valore e dominare la materia.
Azione e contemplazione non sono contraddittorie e insieme producono il
progresso, avvicinando l’uomo all’essere divino.
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