4 – Hume e gli esiti scettici
dell’empirismo
(la conoscenza umana, fondata su abitudini e credenze soggettive, non può
che raggiungere il grado della probabilità)
La rifondazione della “scienza”
dell’uomo
Nel Trattato sulla natura umana Hume
si pone lo scopo di disegnare una nuova scena del pensiero, avendo
come presupposto la consapevolezza della fragilità e incoerenza dei sistemi
filosofici più accreditati. In essi non vince la ragione, ma l’abilità
retorica.
Secondo Hume bisogna delineare una scienza
dell’uomo di carattere sperimentale, come Newton aveva fatto con la fisica.
Questo permetterebbe di progredire in tutti gli altri ambiti (scienze fisiche,
morali, religiose).
Le impressioni e le idee
La conoscenza umana parte dalla percezione
che è di due tipi
·
Impressioni: percezioni attuali, più forti e vivaci
·
Idee: immagini illanguidite delle percezioni
Esempio: se tocco un ferro rovente ho l’impressione
viva del dolore, mentre l’idea di questo dolore è quello che rimane
nella mia mente.
Di conseguenza tutte le idee devono
essere ricondotte alle loro impressioni originarie.
Le idee che non hanno origine da
un’impressione sono prive di significato, come ad esempio le idee astratte
della metafisica. Combinando idee che derivano da impressioni il pensiero
può formare concetti irreali (p.es. l’ippogrifo non esiste, ma esistono il
cavallo e il grifone come idee derivanti da impressioni).
Sviluppando questa tesi nella Ricerca
sull’intelletto umano propone provocatoriamente di gettare nel fuoco i
trattati di teologia e di metafisica scolastica poiché contengono solo
sofisticherie e inganni.
Il principio di associazione tra le idee
Hume individua due facoltà della mente:
·
La memoria: ordina le idee semplici nel tempo e
nello spazio
·
L’immaginazione: permette di stabilire liberamente
relazioni tra le idee
L’immaginazione non è totalmente libera
ma procede secondo il
principio di associazione (simile alla
gravità di Newton), che segue tre criteri:
1. Somiglianza
2. Contiguità
3. Relazione di
causa ed effetto
Le due tipologie di conoscenza
Le idee complesse (derivanti dall’unione
di due o più idee semplici) sono di 2 tipi:
·
Derivate da una relazione tra idee, dotate di
necessità logica, si trovano nell’aritmetica, nella geometria e nell’algebra
(p.es. nel 4 è è già contenuta l’idea della somma di 2+2). Le verità
matematiche sono di questo tipo e sono certe.
·
Derivate dalla relazione tra dati di fatto, presuppongono un
raffronto con la realtà empirica e rispetto alla conoscenza possiedono un
maggior o minor grado di probabilità (p.es. la convinzione che domani il sole
sorgerà si riferisce ad un evento molto probabile, che però richiede una
verifica empirica, poiché nell’idea di sole non è contenuta necessariamente
l’idea che debba sorgere tutti i giorni). Le conoscenze che riguardano le relazioni
di fatto sono dunque possibili, ma non necessarie.
L’analisi dell’idea di causa
Il principio di causalità è un nodo
cruciale dell’indagine filosofica humiana.
L’idea di causa si riferisce
all’esperianza (non una relazione fra idee, come nel caso della
matematica). Se un sasso colpisce un vetro e il vetro si rompe noi diciamo che
il sasso ha rotto il vetro. Fra le due impressioni “sasso” e “vetro rotto” c’è
una relazione di contiguità o di successione temporale, mentre la
relazione causa-effetto è il prodotto della nostra immaginazione, coadiuvata
dall’abitudine, a proiettare nel futuro ciò che si è presentato con
regolarità nel passato. Si tratta, secondo Hume, di un arbitrario salto
logico, in cui il post hoc (dopo di ciò) viene sostituito
da propter hoc (a causa di ciò).
L’abitudine come fonte di credenza
L’esperienza non può garantire
l’uniformità del corso della natura (come non è certo che domani il sole sorga)
e pertanto solo l’abitudine ci fa ritenere che il mondo fisico sia
retto da principi universali. Di conseguenza il sapere scientifico può
soltanto classificare le regolarità già osservate e fare previsioni probabili.
Dall’abitudine nasce la credenza
(anche se sappiamo che domani il sole potrebbe non sorgere, abbiamo una
forte fiducia – credenza- che questo avvenga).
Agiamo sulla base di credenze, ma non
possediamo certezze.
Il passo successivo è la critica al concetto
di “sostanza”.
La critica all’idea di sostanza
Hume parte dalla distinzione di Locke
fra sostanza materiale (i corpi fuori di noi) e sostanza spirituale (l’io
e l’anima).
·
Sostanza materiale: p.es. la mela
che sto mangiando (rotonda, succosa, saporita) non è una “sostanza”, ma
un’associazione di singole proprietà (impressioni)
·
Sostanza spirituale: l’io non è
un’impressione: è ciò a cui vengono riferite, per supposizione, le nostre
impressioni ed idee; è ciò che dà unità e ordine alle sensazioni. Quando la
morte annienta tutte le percezioni di tale entità non rimane nulla.
Hume trova un’analoga incosistenza nella
“mente” umana che descrive come un “teatro” in cui le percezioni
appaiono e scompaiono come attori di una rappresentazione, ma che non ha, di
per sé, alcuna realtà.
L’assenza di certezze
Non possiamo essere certi di nulla
(tranne che delle verità matematiche). Le conoscenze relative ai dati di
fatto sono solamente probabili. Questa posizione scettica viene attenuta
dal fatto che Hume considera queste conoscenze comunque affidabili anche
perché l’uomo è dotato di un istinto che lo guida nella condotta della
vita.
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