LABORATORIO dei TESTI
1 La
teoria delle idee
È possibile individuare principi
stabili e immutabili a fondamento del mondo sensibile?
T1 la
stabile essenza delle cose (dal Cratilo)
Socrate dialoga con il fedele discepolo Ermogene sull’essenza
delle cose. Qui Platone critica la posizione di Protagora che, sostenendo che
“di tutte le cose è misura l’uomo”, nega che esse abbiano una loro stabilità di
essenza. Platone (per bocca di Socrate) fa l’esempio di come sarebbe
impossibile affermare che un uomo fosse assennato o dissennato, se ognuno
valutasse secondo la propria misura, mentre, poiché esistono uomini assennati e
dissennati, devono esistere assennatezza e dissennatezza. Critica infine la
posizione del sofista Eutidemo, secondo cui le cose sono sempre insieme allo
stesso modo (p.es. buone e cattive), sostenendo che le cose non dipendono da
noi, ma esistono per se stesse senz’altro rapporto che con la loro essenza.
T2 la
condizione della conoscenza
Qui Socrate dialoga con Cratilo (filosofo eracliteo di cui
Platone è stato allievo in gioventù) confutando le tesi di Eraclito, secondo
cui essendo tutto in continuo movimento e trasformazione, non si può cogliere
un’entità stabile (p.es. il bello per sé). Se così fosse, nulla potrebbe essere
mai conosciuto da nessuno, poiché nel momento stesso in cui chi lo dovrebbe
conoscere gli si avvicina, ecco che diverrà altro.
2 La
concezione della conoscenza (gnoseologia)
È possibile una
conoscenza razionalmente fondata e autentica?
La
conoscenza come reminiscenza
Per spiegare come l’uomo possa accedere alla conoscenza delle
idee eterne e immutabili, Platone, nel “Menone”, ricorre al mito riprendendo la
teoria della reincarnazione delle anime (comune all’orfismo e al pitagorismo):
l’anima (psyché), prima di
incarnarsi, aveva piena conoscenza di tutto nel mondo ideale. Dopo l’oblio
connesso con la nascita ha la possibilità, se ben guidata, di ricordare e
recuperare la sapienza di quando era nel mondo ideale. Quindi la conoscenza è
una reminiscenza (anamnesi=ricordo) delle idee già conosciute e l’esperienza
sensibile non porta nuove conoscenze, ma è uno stimolo per far riaffiorare il
ricordo di una conoscenza precedente. Nel “Menone” questa dottrina è dimostrata
con una sorta di esperimento: Socrate guida con domande opportune uno schiavo
ignorante fino a farlo giungere alla dimostrazione del teorema di Pitagora.
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