Il ruolo marginale dell’arte nel percorso educativo del filosofo

Nella formazione dei giovani alla filosofia e alla politica Platone non prevede l’arte, se non la musica (le arti protette dalle Muse – musiké – hanno però un significato più ampio nella Grecia antica che in italiano, comprendendo, oltre alla musica, poesia, mimo, danza, ecc). In generale Platone dà un giudizio negativo sull’arte, come fonte di male e di errore.

 

L’arte come imitazione di imitazione

Poiché la realtà sensibile è imitazione del mondo delle idee, l’artista che dipinge p.es. un albero, imita un’imitazione, allontanandosi ulteriormente dalla conoscenza della verità. Solo i fanciulli e gli ingenui possono ritenere che l’artista attinga all’essenza dell’oggetto, mentre in realtà si limita a riprodurre le ombre delle cose. I giovani devono essere educati a contemplare la vera realtà dell’essere e a giungere alla conoscenza del bene attraverso la ragione filosofica.

 

L’arte come divina pazzia

Nella cultura greca arcaica, risalente ai poemi omerici era diffusa l’idea che il poeta fosse ispirato dagli dei nella composizione dei propri canti. Era considerata una forma di “divina pazzia” che conduceva l’anima dell’artista a uno stato di enthusiasmòs (furore divino), irrazionale e paragonabile all’ubriachezza e al delirio d’amore. I poeti posseduti dal dio (invasati), come le baccanti, seguaci del dio Bacco, rappresentano i mediatori fra gli dei e gli uomini e hanno una funzione ermeneutica, cioè di interpreti per gli uomini del pensiero divino (sostiene Platone nello Ione).

Questo entusiasmo “divino” dell’artista trasmette suggestioni ed emozioni irrazionali anche al pubblico che lo segue, ed è molto lontano dalla condizione del filosofo orientata sulla conoscenza razionale e dalla liberazione dalle passioni.

 

La supremazia della ragione

In sintesi:

1.     L’arte è diseducativa: fornisce modelli immorali e ingannatori

2.     L’arte allontana dal vero in quanto imitazione di imitazione

3.     L’arte (la poesia) che avvince l’anima dell’artista e del pubblico, anche se di ispirazione divina, è lontana dalla ragione che, unica, permette l’accesso alla verità

Condannando l’arte come forma di conoscenza Platone polemizza contro la vecchia concezione dell’educazione fondata principalmente sulla poesia e sulla mitologia, proponendo un percorso educativo che si fondi sul metodo dimostrativo e dialettico della filosofia.

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